Fatturato Nautica Vs Vendite immobili

dicembre 31, 2015 | By Mistro
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Per quanto il sentire comune sia indirizzato a un demagogico “piove governo ladro” e per quanto altrettanto per l’altro verso demagogica, mal concepita e altrettanto mal gestita… nessuno riuscirà a convincermi che sia stata la tassa di possesso sulle imbarcazioni a deprimere il fatturato della nautica.

Senza entrare nel merito di quanti, cosa e quanto poteva incidere tale tassa sui pochi che alla fine ne erano oggetto, ne sono convinto sopratutto per due valori fondamentali:

1) Non coincidono i tempi. La tassa è stata istituita nel dicembre 2011 mentre il grosso del fatturato della nautica è svanito nel 2008. Guarda caso in concomitanza con la crisi finanziaria.

2) L’andamento è perfettamente sovraponibile con quello delle vendite di immobili, che è precipitato con la Crisi dei subprime

grafico-fatturato-nautica

Grafico-Compravendite-immobili-Italia

Senza essere economisti e a voler guardare i freddi numeri senza lasciarsi andare a facili demagogie o a “sentire comune da banchina” viene da pensare che una delle cause della crisi sia che il mercato nautico fino al 2008 fosse gonfiato dai Leasing facili, come quello immobiliare era gonfiato dai mutui altrettanto facili. Quando le banche hanno stretto il cordone della borsa la bolla è scoppiata.

Non dico che la crisi finanziaria sia l’unica causa ma che certamente è una di quelle che hanno maggiormente inciso, sicuramente più del “piove governo ladro”.

Comments: 7

  1. Francesco ha detto:

    Perfettamente d’accordo:
    1) tassa mal gestita e mal concepita come punizione, era meglio meno ma per tutti come la tassa su moto, motorini, auto, etc., tipo bollo e come era prima;
    2) la crisi dipende dalla crisi e anche perché si è pensato di essere tutti milionari, non si pensa mai la scogliera amalfitana o la costa azzurra sono le stesse che si vedano da un quattro come da un quaranta metri.

  2. Francesco ha detto:

    Aggiungo anche che, per assurdo, averla tolta completamente può essere un deterrente alla ripresa perché da ora in poi chi possiede una grande barca diventa automaticamente un ipotetico “evasore” e soggetto ad estenuanti controlli da parte della finanza.
    La persona onesta non si fa specie a pagare qualche centinaio di euro di bollo, o qualche decina secondo le dimensioni della barca, come fanno i camperisti o i proprietari di qualsiasi altro bene. Anzi, è una forma di contributo se non è esosa.
    Ometto commenti sui governanti di ieri e di oggi, professori o cavalieri o avvocati, e incrociamo le dita che non succeda veramente nulla di grave perché non perdono occasione, ogni giorno, di dare il peggio di se.

  3. marco ha detto:

    Sergio, il mercato del nuovo era già morto da prima.

    La tassa ha finito il mercato dell’usato (sopra i 10 metri) che era già moribondo.

    Maramaldo tu uccidi un uomo morto: disse il mercato dell’usato a Monti (per l’anima del kaiser dico io e da tempi non sospetti).

    Tassa inutile (vedi gettito che ha generato) che ha provocato solo ulteriori “pippe psicologiche” nell’animo del diportista medio italiano.

    Lo stesso diportista medio italiano che compra un 40 cavalli pistolato piuttosto che un 50 cavalli (perchè serve la patente) o un “natante” 9,99 cm terrazzatissimo che con spoilerone e delfiniera diventa 11,10 fuori tutto ma non è visibile al fisco (beata ignoranza) come lo è un misero 34 piedi vero da 10 metri e qualche centimetro.

    La tassa è vero che non è stata la causa della crisi, ma di sicuro non è stata la cura.

    A dire il vero credo sia stato un baratto puramente demagogico per far passare una legnata sulle pensioni (approvata nella stessa manovra), perchè l’importante è che anche i “ricchi” piangano.

  4. Mistro ha detto:

    Marco, posso anche essere d’accordo su tutto. Resta il principio fondamentale che per quanto riguarda il *fatturato* del comparto la tassa non ha ucciso niente che non fosse già morto da molto prima.

  5. marco ha detto:

    Quello sicuramente Sergio, può/potrebbe aver spostato il call port di alcune barche esistenti (all’inizio era nata come stazionamento, poi modificata frettolosamente e rovinosamente in possesso).

    Questo non lo vedi in questi numeri e soprattutto non vedi quanti diportisti stranieri possano o meno aver cambiato piani di navigazione in italia.

    Sul comprare o meno una barca NUOVA non ha inciso una fava, ma non credo che qualcuno abbia mai messo in discussione questo.

  6. marco ha detto:

    o per “industria nautica” si intende tutto l’ambaradan incluso marina, cantieristica di manutenzioni/riparazioni, velerie, meccanici etc. etc.?

    Nel qual caso però non capirei il confronto con le compravendite immobiliari…

    Ok, per un sabato 2 gennaio pomeriggio va bene lo stesso, fai finta che non ho detto nulla :-))

  7. Francesco ha detto:

    Se leggete questo interessante articolo su OrmeggiOnline potete constatare l’andamento reale dell’interesse dei cittadini verso la nautica da diporto: la partecipazione al Salone Nautico di Genova, come espositore e come visitatore è, a mio parere, uno degli indicatori più importanti.
    Come sempre mi trovo ad essere tagliente e rancoroso verso un argomento che mi ha coinvolto fin dai primi mesi in cui decisi di acquistare la mia prima barca senza essermi prima preoccupato di dove metterla dando per scontato che non sarebbe stato un problema e che mi avrebbero accolto tutti a braccia aperte. E’ bé lo scontro con la realtà è stato molto deludente, se non deprimente: maleducazione, arroganza, spocchia, cupidigia ed ingordigia e per ultimo nepotismo ed amicizie stile mafioso all’italiana. Questo ha depresso il mercato nautico in Italia, Nient’altro da dire, e i tempi, se osservate bene il grafico, tornano tutti.

    ormeggionline.com/blog/55-anni-di-salone-nautico-internazionale-di-genova/

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