Soldini – Ci vuole una cultura diversa per rendere popolare la nautica

novembre 10, 2013 | By Mistro
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Possiamo condividere o meno il percorso agonistico scelto da Giovanni Soldini negli ultimi anni, qualcuno può anche non apprezzare Soldini in sé… però qui io mi sento di condividere serenamente ogni virgola di quello che dice.

Quanti ne abbiamo visti nascere, sopratutto negli ultimi anni, di questi “gigaporti”. Spesso mai finiti, spesso che hanno visto i loro promotori inquisiti per corruzione o altro.

giovanni soldini

Questo è quanto dice Soldini in una dichiarazione pubblicata su La Stampa:

La nautica potrebbe essere popolare anche in Italia, come lo è in Francia e in altri diversi Paesi. Ma non lo è. Almeno, non lo è ancora.

[…] Penso sia una questione di cultura, approccio, attitudine, finalità. Prendiamo i porticcioli, ad esempio, uno dei volani del diporto, perchè senza posti barca, accessibili, non c’è la nautica stessa. Che accade in Italia? Cerchiamo di costruire cattedrali nel deserto, di posare colate di cemento nel nulla, anziché recuperare, ampliare e rinnovare gli approdi esistenti, riconvertire i porti commerciali in disuso, puntare a portare i posti barca all’interno o comunque al cospetto dei centri abitati, per aprirli ad essi.

Lo scopo, ecco perchè parlo di finalità, è quello di realizzare schiere di case, gallerie commerciali, negozi, non tanto i posti barca, che sono qualcosa a corollario del progetto principale. Centinaia di metri cubi di cemento. Non sarebbe più semplice ricavare in golfi come ad esempio quello di La Spezia, dove vivo, porticcioli quasi naturali, posando pontili galleggianti al riparo della diga frangiflutti?

Invece no. Si realizzano marina faraonici, come quello di Mirabello, che poi non reggono il mercato e falliscono. Perché è chiaro che se non riesci poi a vendere, affittare le case, i negozi, i bar, i ristoranti, il progetto non regge e va inesorabilmente a picco.

Il principio di fondo non è quello di promuovere la nautica, ma quello di speculare, di guadagnare. Da qui, anche, le tariffe alle stelle dei posti barca. Perché bisogna cercare di rientrare nell’investimento, perchè è necessario spuntare reddito su tutto.

Un altro esempio di questa mentalità diffusa nel nostro Paese è dato dagli scivoli, quegli strumenti che consentono di arrivare con il tuo gommone, la tua barchetta con il carrello dietro la macchina e di calarli in mare. La cosiddetta piccola nautica, di cui tanto parliamo, dicendo che va promossa e incentivata perchè è la porta d’ingresso della nautica da diporto. Bene, quando avevo il trimarano dovevo muovermi con un gommone, che andava in avanscoperta nei porti e contribuiva alle manovre d’attracco o di partenza. Mai avuto un problema in tutt’Europa con gli scivoli, salvo che in Italia. Non ce n’è uno pubblico, chi li ha se li tiene stretti e cerca di farli rendere al massimo. Non sarebbe più opportuno renderli finalmente accessibili e gratuiti? Per tutti? Lo dovrebbero essere per legge. Ma si sa, le leggi… Le norme prevedono posti barca di transito gratuiti in tutti i porti, che consentano la sosta temporanea ai diportisti, perchè possano riposarsi. Spariti! No, niente di nuovo per la nautica in Italia. Purtroppo.

Via | La Stampa

Comments: 4

  1. Fabrizio ha detto:

    In Francia i porti sono al centro del paese e le spiagge fuori, da noi è esattamente il contrario. Li la nautica è ( anche ) popolare, da noi è lusso .

  2. Gof ha detto:

    Sottoscrivo tutto anche io

  3. Giancarlo Segatel ha detto:

    basta pensare alla nuova perla che questo ultimo governo sta offrendoci: vendere i litorali e le spiagge demaniali ai privati, per fare cassa. E pagarsi i loro lauti compensi!!! Ma andassero tutti a casa, k stanno portando il paese sul baratro!!!!

  4. luca ha detto:

    come a Talamone, i 3-4 posti per transito individuati da apposite segnalazione e descrittimi via radio al mio ingresso dalla Capitaneria che sono occupati da barche in ormeggio PERMANENTE di scuole sub e simili… alla mia domanda in merito alla correttezza di tutto cio’, il guardiamarina CP mi ha risposto: ” Eh, sa … questo e’ un posto piccolo e dobbiamo accontentare le richieste dei locali… siamo in Italia…”.

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