Barche classiche – Lo Shipman 28

aprile 1, 2013 | By Mistro
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Di Luciano: Chi ama le barche classiche, le linee aggraziate ed eleganti, la certezza di una buona tenuta di mare, l’abbondanza di legno curato con sapienza ed amore oltre che con dosi massicce di coppale ed epossidica, si ritrova spesso in banchina a sognare davanti a vecchie signore tanto belle quanto irraggiungibili dal portafoglio medio. Eppure, oltre ai velieri dei soliti cantieri che fabbricavano “stradivari” del mare, si trovano in giro molte occasioni alla portata della tasca non solo del velista medio ma addirittura di quello squattrinato, cosa che, in questi tempi di crisi, rappresenta un’opportunità interessante.

Shipman 28

Una di queste opportunità è rappresentata dallo Shipman 28, fabbricata dall’omonimo cantiere ancora in attività e prodotta dalla fine degli anni ’60 in circa 1300 esemplari presso gli stabilimenti di Irlanda e Svezia. La somiglianza con le Alpa di quell’epoca è impressionante, chissà chi ha copiato l’altro, fatto sta che essendo le Alpa molto più conosciute sul mercato italiano le quotazioni sono molto più alte, anzi spesso gli armatori di queste ultime, convinti di avere per le mani un gioiello di inestimabile valore, chiedono cifre improponibili.

Lo Shipman 28 nasce dalla matita di Olle Enderlein, uno che di barche marine se ne intendeva visto che ha firmato gli Hallberg Rassy di quel periodo. Lo scafo è in vetroresina, la coperta in sandwhich e la carena ha la pinna di deriva e lo skeg al timone. I primi esemplari avevano la falchetta in vetroresina anch’essa ricoperta di tek, una soluzione esteticamente molto elegante cui però successivamente è stata preferita una meno bella ma forse più pratica, se non altro nella manutenzione, falchetta in alluminio.

L’armo è a sloop e prevede anche uno spinnaker da armare sul suo tangone. Il dislocamento medio (2,8 tonnellate) ed il baglio massimo ridotto (2,60 mt, nulla a che vedere con le barche attuali) porta ovviamente la barca a sbandare anche con vento moderato ed a diventare orziera ma è sufficiente ridurre la velatura per farla tornare equilibrata senza per questo perdere in velocità. Gli slanci prodiero e poppiero da un lato favoriscono un passaggio dolce sull’onda, dall’altro a barca leggermente sbandata forniscono qualche piede in più ad una lunghezza al galleggiamento (6,7 mt) decisamente contenuta, permettendo di raggiungere facilmente i 6/7 nodi di velocità a patto di non caricare eccessivamente la barca.

In coperta troviamo quattro whinch attorno al pozzetto ed uno a piede d’albero per le drizze, anche se molti hanno rinviato in pozzetto queste ultime. A proposito del pozzetto: decisamente grande viste le dimensioni della barca, soprattutto se liberato del trasto della randa originariamente posizionato proprio nel mezzo. Lo si può facilmente spostare davanti al tambuccio senza che l’angolo della scotta ne risenta. Di gavoni ce ne sono in abbondanza.

Gli interni sono un vero capolavoro. Scendendo la scaletta troviamo a destra la cuccetta di guardia e a sinistra il fornello ed il lavandino. In quadrato abbiamo un divanetto sulla sinistra ed a destra due poltrone contrapposte con al centro un tavolo abbattibile. In questo modo possiamo tenere il tavolo sempre aperto senza bloccare il passaggio verso prua. Proseguendo abbiamo il bagno passante, in verità piuttosto sacrificato, ed infine la cuccetta di prua a V. Nominalmente sarebbero 5/6 posti letto, ma possiamo dire che in 4 si sta dignitosamente comodi. Inutile dire che il legno abbonda ovunque.

Shipman 28

Lo Shipman 28 ha schiere di amatori nel Mare del Nord e nel Baltico. In Danimarca ed in Svezia esistono delle associazioni di armatori che contano decine di iscritti. Ci si può rivolgere a loro per consigli e perché no, per
trovare un’occasione.

Lunghezza FT: 8,89 mt
Larghezza: 2,6 mt
Pescaggio: 1,7 mt
Dislocamento: 2,8 ton
Zavorra: 1,2 ton

Un primi anni settanta, se ottimamente tenuta, si può trovare in vendita intorno ai 18.000 Euro.

Cantiere www.shipman.dk

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