Il punto sulla Classe J/70 – Intervista con Beppe Zavanone

giugno 7, 2016 | By Mistro
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J/70 Pensavo peggio

Allora Beppe, è passato un po’ di tempo dalla nascita della Classe J/70 in Italia e della bella prova della barca ci avevi regalato…

Sì, siamo alla terza stagione, i numeri sono in crescita vertiginosa e hanno dato ragione a chi come noi ha scelto questa barca come monotipo degli anni 10. Se in generale le oltre 1000 barche prodotte in soli quattro anni sono una iperbole inarrivabile, anche da noi finalmente si regata in tanti, e la classe si sta organizzando per ospitare sempre più stranieri nel nostro circuito. Ha progetti importanti in questo senso anche per il prossimo anno, peccato che la cosa passi sempre dalle tappe sul Garda, che personalmente sopporto sempre meno ogni anno.

Sì però dopo due tappe con oltre 40 barche (Monaco e Sanremo) a Porto Cervo eravate in 22 e gli stranieri non sono praticamente arrivati.

Vero, il ponte del 2 Giugno era ottimo per gli italiani, anche se non tutti hanno voluto affrontare la spesa del trasferimento. Gli aerei se prenotati per tempo possono essere economici, ma la barca viaggia via mare e lo sconto che abbiamo avuto da Tirrenia era poi solo per le partenze da Genova, e con giorni non comodissimi per il rientro. Ma la gita a Porto Cervo andava fatta, perché è la sede del mondiale 2017. Resta il fatto che non tutti gli armatori del J/70 hanno lo stesso budget, e se si deve tagliare qualche tappa è normale che qualcuno scelga la più onerosa. Visto come è andata chi era assente si è mangiato le mani e gli equipaggi top erano comunque tutti presenti, e sono state regate impegnative, con ogni tipo di vento, dalla bonaccetta ai 20 nodi del primo giorno. Senza contare i 30 nodi del giorno in cui ci siamo allenati.

Ecco, com’è la barca col vento forte?

Molto marina, bolina sempre veloce e con un ottimo angolo anche quando la randa finisci per lascarla quasi tutta, al lasco non è adrenalinica come i Melges che hanno scafi piatti e con derive ideali per la planata, ma è molto più facile da condurre con carichi tutto sommato leggeri, grazie al piano velico non esasperato. L’albero di profilo importante e le vele in dacron rendono il tutto molto affidabile e poco delicato anche in condizioni limite.

Come spieghi lo spostamento verso il J/70 di così tanti equipaggi da altre classi monotipo?

Non so se sia un fenomeno internazionale o solo italiano. Certo la nascita del J/70 è coinciso con la fine della parabola del Melges 24, che resta il miglior sette metri mai prodotto, ma essendo un progetto del 1992 aveva forse fatto la sua storia. Poi da quando avevano liberalizzato materiali e numero delle vele una stagione era diventata bella costosa. Qui col Dacron facciamo una stagione intera cambiando forse un paio di fiocchi, andiamo in quattro anziché in cinque ed il timoniere dev’essere un dilettante, insomma sono poco paragonabili. Il Melges 20 mi sembra in ottima salute anche grazie al successo che ha incontrato con gli armatori russi che regatano da noi. Poi abbiamo equipaggi che arrivano anche dal Melges 32, dall’ X35, dal Farr 40 e dall’SB3, tieni presente che gli armatori sono poi sempre gli stessi con una media che va verso i 50 anni e di giovani non se ne vedono proprio…

Timoniere-Armatore, barca economica ma tanti professionisti a bordo!

E’ una formula che dà i suoi risultati, i numeri di vendita lo confermano. C’è spazio per tutti, famiglie, equipaggi di giovani e c’è una classifica Corinthians per chi vuol fare da sé, e stai tranquillo che ti togli della belle soddisfazioni, come accade al DAS Sailing Team che è sempre nei primi 5 della generale. Poi ci sono quelli con tre fenomeni a bordo e anche quelli come noi che facciamo una via di mezzo, tre amici ed un pro che ci aiuta ad andare dalla parte giusta ed a migliorare tecnicamente e agonisticamente. Sicuramente in una classe economica come questa i cedolini stipendi fanno la differenza, per molti equipaggi il budget di ogni prova se ne va per larga parte nelle diarie. A me regatare con e contro i top player dà un’enorme soddisfazione, anche quando erano al timone come accadeva con i J/24, i Platu 25 ed i Melges 24. Non fa differenza.

Quest’anno avete cambiato timoniere e tattico, imbarcando un pro come Bressani come mai?

Il tattico di Pensavo Peggio, Zezè, aveva deciso da tempo che avrebbe preso una propria barca da timonare, il suo talento alla barra è di molto superiore a quello di tattico. Il nostro tailer, il Lauro, avrebbe raggiunto il suo amico ed armatore storico, in una stagione sul J/70 del Brontolo Team. Saremmo rimasti io e il Magni, e alla proposta del Pacio di unire le forze dei due team non ho esitato un attimo. Col Brontolo Team sono arrivati anche degli sponsor come AB Medica ed Helly Hansen che rendono il tutto molto più facile. C’era l’opportunità di avere Rufo alla tattica e non l’abbiamo fatta cadere, sui monotipi ci sono pochi pro che ne sanno più di lui. Abbiamo anche avuto l’opportunità di riavere Andrea Magni al timone a Sanremo, non chiediamo di più.

Il J/70 finirà come il J/24 nelle mani di taroccatori di bassi lega?

Non lo so, spero di no, dipenderà molto dai controlli e dall’atteggiamento della classe internazionale. Il cantiere ci ha messo già del suo costruendo le barche in due posti diversi (USA e Francia) senza curarne troppo la monotipia. Addirittura sono diversi gli alberi i boma e le crocette, profili diversi per i primi e addirittura materiali diversi per le crocette. Anche gli scafi hanno differenze importanti.
Per ora non ci sono grosse differenze prestazionali tra barche americane ed europee, c’è anche chi ha montato alberi americani su scafi europei ma non ho visto grossi vantaggi sull’acqua.
Speriamo che la classe internazionale sappia capire dove finisce l’ottimizzazione e dove inizia il taroccamento.

E le vele? Mi sembra che North Sails la faccia da padrona.

E’ sicuramente il pacchetto più facile da comprare, prestazioni garantite, le classifiche parlano chiaro. Noi abbiamo iniziato con Quantum che è però praticamente scomparsa dalla classe. C’è la One Sails che sta lavorando con alcuni equipaggi, sviluppando anche un sistema di retriever del gennaker. Ho visto delle Olimpic Sails ma effettivamente North Sails domina.

Quali sono i vostri programmi?

Non andremo né all’europeo di Kiel né al mondiale di San Francisco. A Frisco ci sarei andato volentieri ma gli impegni di lavoro e famigliari non ci permettono assenze così prolungate. Il prossimo anno, con il mondiale in Italia, sarà tutto più facile!

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