Volvo Ocean Race 2014-15 – Domani la partenza da Alicante

ottobre 10, 2014 | By Mistro
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Mentre i 66 velisti che fra meno di 48 ore taglieranno la linea di partenza della dodicesima edizione del giro del mondo a vela si preparano ad affrontare le quasi 39.000 miglia che li attendono Il meteorologo della Volvo Ocean Race, Gonzalo Infante, ci racconta in dettaglio quali saranno le potenziali condizioni che dovranno affrontare nella prima tappa, da Alicante a Cape Town.

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La prima notte della scorsa edizione tutta la flotta fu investita da venti particolarmente “cattivi”, Abu Dhabi Ocean Racing disalberò ma questa volta le previsioni meteo sembrano indicare condizioni più tranquille, con venti medio-leggeri per i sette Volvo Ocean 65.

Più in generale, anche le ultime due edizioni della regata sono partite da Alicante, ma le condizioni sono state molto diverse, come spesso accade in Mediterraneo. Il clima autunnale nella zona del Levante, ossia da Valencia a Murcia, è molto variabile poiché se l’aria può essere fresca, il mare è ancora caldo e dunque la probabilità di formazione di basse pressioni ed eventualmente di tempeste, è notevole.

Con queste condizioni il mare è molto corto e formato e sottopone uomini e barche a un forte stress. Il mare di Alboran, da Palos a Gibilterra, è un tunnel naturale per il vento che si incanala fra le catene montuose di Spagna e Marocco ed è interessato da forti correnti dovute allo scambio d’acqua fra Atlantico e Mediterraneo. Da Alicante a Palos, quindi le scelte tattiche sono molto importanti visto che si tratta di una navigazione sotto costa. Generalmente in autunno il vento predominante è da est ma in caso di venti occidentali l’uscita da Gibilterra è di bolina.

Anche l’attraversamento dello stretto è un momento difficile, le condizioni in questo punto di transizione possono essere di vento molto leggero o molto forte, in questo caso, le cose sono complicate dal moto ondoso e dal traffico marittimo. Ma se l’aria è leggera, può addirittura accadere di andare in retromarcia…

Una volta usciti da Gibilterra i team devono prendere scelte basate sul lungo periodo: puntare verso ovest o verso sud per raggiungere il waypoint di Fernando de Noronha. Si tratta di una prima opzione molto importante e che deve tenere conto della presenza o meno degli alisei. Una rotta ovest può essere migliore, perché una volta negli alisei si può strambare e godere di angoli più veloci alle andature portanti per passare le Canarie e Capo Verde.

Dopo gli alisei, la flotta deve affrontare le calme equatoriali, i cosiddetti Doldrums che rappresentano la quintessenza della versatilità della meteorologi. Se si sceglie di attraversali più a est, più ampi saranno gli angoli al vento. E, una volta superate le calme, gli equipaggi si ritrovano un un flusso di aliseo.

Dopo il passaggio di Fernando de Noronha, che va lasciato a sinistra, si entra nell’Atlantico meridionale dove, ancora una volta, i team dovranno prendere una decisione a lungo termine: decidere come raggiungere Città del Capo. Si può infatti fare rotta diretta verso il Sudafrica attraversando l’alta pressione di Sant’Elena oppure cercare di evitarla. “Accerchiare” l’alta normalmente è l’opzione più veloce, ma qualcuno potrebbe tentare di prendere una scorciatoia attraversandola.

Le ultime 500 miglia verso Città del Capo sono di solito abbastanza ventose, data la vicinanza della capitale sudafricana all’Oceano meridionale. Si tratta, quindi di una tappa storica per il giro del mondo a vela, ma che può sempre riservare delle sorprese.

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