Port La Foret – Di Marco Giudici

ottobre 15, 2015 | By Mistro
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Un lunedì pomeriggio di inizio ottobre capiti per caso a Port La Foret, in Bretagna a curiosare in giro e ti cade lo sguardo su quattro alberi un po’ particolari, cerchi parcheggio nei pressi e fatti quattro passi ti ritrovi in mezzo a barche che di solito vedi sulle riviste o su internet.

01 ex vento di sardegna

01 ex vento di sardegna
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4 IMOCA 60 ( SMA, NO WAY BACK, PRB e STAND AS ONE )
2 Class 40 ( TALANTA e CREDIT MUTUEL DE BRETAGNE )
1 Figaro ( CREDIT MUTUEL DE BRETAGNE più una dozzina sul piazzale )

Dapprima pensi di sognare, poi guardi meglio e sei sicuro di sognare, in piedi su SMA, con la cerata, gli stivali ed un pile a quadri blu e neri inguardabile, c’è il tuo mito, un certo MICHEL DESJOYEAUX, detto dai francesi « le professeur », uno dei più grandi velisti oceanici di sempre.

Sta dando istruzioni ai ragazzi del suo team di terra che lavorano alacremente intorno alla sua barca ed ad una barca ancora senza sponsor che è ormeggiata li accanto, guardi meglio e noti un piccolo adesivo in pozzetto, c’è scritto PERSICO, poi vedi la maglietta di uno dei ragazzi che sta lavorando e capisci, si tratta dell’ex VENTO DI SARDEGNA, la barca costruita da e per Andrea Mura che è stata venduta, praticamente nuova, per mancanza di fondi.

E mentre sei li a scattare foto in mezzo a chi lavora vedi il tuo mito salire proprio su questa barca e cominciare a dare ordini anche qui e capisci che la barca è finita in ottime mani 😉

La semplicità di questi uomini che lavoravano su barche da sogno, il passare in mezzo a loro curiosando e sentirsi dare il buon giorno con un sorriso, vedere armare i mostri del mare come se fossero delle derive mi ha impressionato.

Come essere nello spogliatoio di una delle più grandi squadre sportive del mondo ed essere accettato anche senza un pass VIP, per un italiano davvero incredibile.

Su PRB c’era VINCENT RIOU, altro velista ultra top, che aiutava i suoi ragazzi a sbarcare la randa, il tutto con modestia e semplicità fuori dai canoni per come lo sport attuale ci racconta dei suoi campioni, nota a parte, erano in quattro a portare la randa e facevano fatica 🙁

Non conoscevo STAND AS ONE, ne il suo skipper ERIC BELLION, mi sono documentato sul web, non ha grandi esperienze, ma immense ambizioni ed è simpatico, è arrivato un po’ trafelato, vestito come per andare a fare la spesa, la barca era trattenuta da un solo ormeggio a poppa, è saltato a bordo, ha messo in moto il motore ed è partito salutando il suo team con un “ci vediamo domani” come se non uscisse in mare con un IMOCA 60 ma, appunto, stesse andando a fare la spesa ahahahah

i due Class 40 sono un concentrato di tecnologia impressionante, armati da paura, chilometri di spectra, molto molto più tecnologici delle barche di prima generazione, la classe ha fatto tanta strada, speriamo che le barche più vecchie non diventino subito obsolete, sarebbe un peccato.

Nate come via di mezzo tra i Mini 650 e gli IMOCA sono la fucina dei grandi, tanto per non sbaglairsi il coskipper di ERIC BELLION alla prossima e vicina Transat Jacque sarà un certo Sam Goodchild campione del mondo 2009 Class 40 e da li a bordo di decine di barche vincenti.

Comments: 4

  1. Federico theill ha detto:

    Caro Marco.
    Il ragazzo con la maglietta vento di Sardegna sono io. L’ultimo italiano rimasto ad avere l’onore di lavorare sulla barca. Mi ha fatto molto piacere leggere l’articolo e posso testimoniare l’umiltà del professore.la mattina mi sveglio e vado a lavoro sensa ancora capacitarmi di essere qui.se sono qui sarà per fortuna e coincidenze della vita ma anche molti sacrifici e passione. Vorrei poter condividere tutto ciò per far si che la mia esperienza possa essere di aiuto e di incoraggiamento per tutte quelle persone che con passione si dedicano alla vela. Grazie federico

    • Mistro ha detto:

      Federico, se vuoi raccontare la tua storia e/o quello che fai il mio blog è a tua disposizione.

    • marco giudici ha detto:

      caro Federico
      mi fa molto piacere per te e se sei li a lavorare in mezzo a quei “mostri” vuol dire che sei al loro livello, complimenti, ti invidio un po’ 😉

  2. Matteo Rinaldi ha detto:

    Beh, Marco Giudici è da sempre uno tra gli ospiti più benscriventi sul Mistro blog. Uno dei pochi che parlano di barche con un linguaggio impeccabile, che senza tirarsela mai ti tira dentro la storia, dall’inizio alla fine. Bello anche come descrive il modo di muoversi dei velisti bravi: usa un paio di volte, non a caso, la parola “semplicità”, che molti confondono con semplicismo ed è una grande chiave di successo per fare quasi tutto, nella vita.

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