Shackleton Death or Glory. Lost at Sea

gennaio 30, 2014 | By Mistro
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La spedizione Endurance (Imperial Trans-Antarctic Expedition) partì da Londra il 1º agosto 1914, con a bordo Shackleton e altri 27 uomini.

Dopo essere rimasta ancorata a Grytvyken (Georgia del Sud) per circa un mese la nave Endurance salpò diretta verso il mare di Weddel che raggiunse il 10 gennaio 1915. Il 19 dello stesso mese rimase incastrata nel pack. Il 27 ottobre dovette essere abbandonata, il 21 novembre fu completamente distrutta dalla pressione del ghiaccio.

Shackleton fece trasferire l’equipaggio sulla banchisa in un accampamento d’emergenza, dove rimase fino al 29 dicembre quando si trasferì, trasportando al traino tre scialuppe di salvataggio, sul un lastrone di banchisa in quello che chiamarono Patience Camp.

Lì rimasero tutti fino all’8 aprile 1916, quando tentarono di raggiungere, a bordo delle scialuppe, l’isola Elephant. Che raggiunsero il 15 aprile, a quasi 500 giorni della partenza della spedizione.

Lì le probabilità di ritrovamento e soccorso erano nulle, Shackleton decise quindi di raggiungere, utilizzando la scialuppa in condizioni migliori, la Georgia del Sud (distante 700 miglia marine) insieme a cinque uomini.

Salparono il 24 aprile 1916 e riuscirono ad attraccare nella parte meridionale dell’isola dopo 15 giorni di navigazione in condizioni meteorologiche abominevoli.

Shackleton, insieme a Tom Crean e Frank Worsley, riuscì in 36 ore ad attraversare 30 miglia di montagne e ghiacciai inesplorati della Georgia del Sud per raggiungere la stazione baleniera di Stromness situata sulla costa settentrionale, vi giunsero il 20 maggio.

Da lì Shackleton organizzò il soccorso degli uomini rimasti sull’isola di Elephant che furono tratti in salvo, al quarto tentativo, il 30 agosto del 1916 col rimorchiatore cileno Yelcho.

Oggi, un team di sei uomini hanno ripercorso quel tratto di mare su una replica di quella scialuppa in legno, equipaggiati esattamente come allora.

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