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Video – Un rollafiocco fatto in casa

settembre 26, 2016 / Commenti disabilitati su Video – Un rollafiocco fatto in casa

Il video è in inglese ma non necessita di spiegazioni. Il nostro sfrutta il mozzo di una bicicletta per autocostruirsi un piccolo rollafiocco fatto in casa.

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Considerati gli sforzi cui è sottoposto normalmente un mozzo di bicicletta (e la loro durata) probabilmente sarà più affidabile di uno dei tanti rollafiocchi di marca.

Il costo dell’operazione è di circa 10 dollari.

Scoperto grazie a terrafermasailors.blogspot.it

Idea 850, progetto di Cristian Pilo

Ultima nata nella famiglia di barche disegnate da Cristian Pilo appositamente per l’autocostruzione, idea 850, sviluppo del concetto di Idea 19 e Idea 21 su una scala più grande.

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E’ sostanzialmente un cruiser veloce di impostazione marcatamente sportiva, che può diventare un racer per regate d’altura se in fase di costruzione si mantiene una elevata attenzione ai pesi e si affinano attrezzatura di coperta, interni e piano velico con una serie di soluzioni ben descritte nei piani.

Partiamo dalla carena: è caratterizzata da spigolo evolutivo per avere la massima stabilità di forma, baglio massimo generoso ma non esasperato, né spinto troppo a poppa, per avere un buon compromesso tra performance al lasco e alle altre andature, volumi a prua decisamente generosi con sezioni di entrata ad U per evitare di “seppellire” la prua al lasco con venti sostenuti in planata, sezioni di poppa potenti per favorire l’ingresso in planata; la curva di stabilità garantisce raddrizzamenti importanti sino ad oltre 120° in grado di sfruttare tutta la potenza del piano velico, piuttosto esuberante.

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Pocketship – Piccola carrellabile per autocostruttori

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Il piccolo Pocketship è un bellissimo barchino carrellabile di 15 piedi acquistabile a vari livelli – dai puri e semplici piani di costruzione al kit completo – sul sito della Chesapeake Light Craft.

Le caratteristiche:

Lunghezza: 4.52 m
Larghezza: 1.91 m
Pescaggio: 0.41 – 0.91 m
Peso a vuoto: 363 kg
Peso deriva: 120 kg
Superficie velica: 13.77 mq

Scoperto grazie a marinaiditerraferma.blogspot.it

“Autocostruzione nautica for dummies” – Incontro a Quartu sant’elena (CA)

giugno 10, 2014 / Commenti disabilitati su “Autocostruzione nautica for dummies” – Incontro a Quartu sant’elena (CA)

“Autocostruzione nautica for dummies: come costruirsi la barca senza affondare se stessi e il proprio portafoglio”

Yacht club Quartu, via sorrento 44, Quartu sant’elena (CA) – Chiaccherata sulle tecniche di costruzione dedicata a curiosi e aspiranti autocostruttori: tecniche, barche costruibili, budget, tempi, barbatrucchi e un sacco di foto e filmati.

autocostruzione nautica for dummies

Info su Facebook

Da Alessandro Comuzzi il Cat F-14

Da Alessandro Comuzzi (di suo abbiamo già visto il Daysailer 950), il Cat F-14, un catamarano di 14 piedi ispirato ai classe A, solo più piccolo, più economico, smontabile senza viti e trasportabile sul tetto di una vettura.

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Costruzione compensato marino resina epossidica e fibra di carbonio.

Sono disponibili i piani costruttivi completi a 150 euro ed eventualmente gli elementi pre-tagliati.

Loa = 4.25 m
B max = 2.27 m
Draft = 0.80 m
Displ means = 75 kg
Sails upwind = 10 m2
Spi = 10 m2
Crew range = 70-80 kg

Info su www.alessandrocomuzzi.com

Il primo Kayak stampato in 3D

marzo 20, 2014 / Commenti disabilitati su Il primo Kayak stampato in 3D

Oggi è un kayak, domani potrebbe essere una deriva.

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Il kayak è composto di 28 pezzi stampati separatamente, poi avvitati e siliconati. E’ lungo poco più di 5 metri e largo 50 centimetri. Pesa poco meno di 30 chili (26 e mezzo di plastica e 2,5 di viti) e per stamparlo ci sono volute la bellezza di 1012 ore.

Costo del materiale (senza stampante) 500 dollari. Info su www.grassrootsengineering.com

Se invece non hai una stampante 3D e vuoi autocostruirti lo stesso un Kayak su nautikit trovi il Bette 500, son circa la metà dei pezzi, va sui 18-20 kg e la costruisci in 60 ore massimo.

Cristian Pilo “pimpa” l’Idea 19 – Nasce l’Idea 21

Cristian Pilo ha iniziato a lavorare alla sorella maggiore dell’idea 19, due piedi in più sembrano pochi ma su queste misure fanno grandissima differenza. Ecco quindi l’IDEA 21. 6,40 metri di lunghezza scafo, per un sostanziale incremento di abitabilità, mantenendo però l’impostazione sportiva del 19.

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La filosofia di fondo rimane quella di dare agli autocostruttori, cantieri artigiani un progetto super-dettagliato per una piccola barca piuttosto sportiva, veloce, stabile, accattivante e divertente, che possa competere in regata di club e divertire chi ci naviga, senza diventare un “mostro” tirato al limite e impegnativo da condurre.

Partiamo dalla carena, caratterizzata dal cosiddetto “spigolo evolutivo”: mode o non mode, ci sono delle ragioni tecniche ben precise per mettere uno spigolo su una piccola barca sportiva, per farla semplice la stabilità di forma a barca sbandata aumenta talmente tanto da compensare ampiamente la resistenza data dallo spigolo in acqua; Con l’Idea 21 riusciamo ad avere una superfice bagnata decisamente contenuta e una superficie al galleggiamento bassa, per fare si che la barca si muova bene anche con poca aria, come già fa idea 19; le sezioni di prua hanno sfruttato la lezione del mondo dei mini 6,50, dove dopo anni di prue super affilate si è capito che dare maggiori volumi là davanti aiuta il comportamento a barca sbandata, (per la gioia anche delle manovre di ormeggio: la prua è decisamente più comoda).

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La prova in mare del Petrel 28

marzo 22, 2013 / Commenti disabilitati su La prova in mare del Petrel 28

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Tanto per iniziare lo dico subito e sgombro il campo, la tuga è profondamente invadente dal punto di vista estetico, si lo è… ma se vuoi un metro e ottanta di altezza in dinette ed oltretutto su una barca di soli 28 piedi pensata per essere autocostruita… questo è il compromesso che bisogna accettare.

Diamo il via alle prime impressioni. La barca in certe soluzioni presenta qualche difetto caratteristico del numero 1, per esempio per la pala del timone non è stata rispettata la specifica progettuale che lo prevedeva appeso a poppa, questo ha spostato la barra più avanti in pozzetto col risultato di avanzare conseguentemente troppo la posizione del timoniere – che si ritrova un tantino scomodo – e di farle fare (alla barra) a pugni col paranco di scotta della randa. Tutto per poter usufruire di una abbastanza inutile spiaggetta a poppa. Secondo me il gioco non è valso la candela, avrei rispettato il progetto.

Altro difetto sono i winch di scotta genoa sul passavanti, sarebbero da arretrare un filino (e magari da posizionare sul paraonde) per agevolarne l’uso da parte di chi sta al timone, andrebbero inoltre previsti dei portelli per ispezionare il vano motore. Il motore è stato montato un filino più arretrato rispetto alle specifiche di progetto, la barca appare leggermente seduta sulla poppa.

Veniamo alla prova, che si è svolta fuori della laguna di Grado, nel nord Adriatico. Il vento era vento un NW (da quelle parti lo chiamano Borino) di intensità imprecisata (non avevamo lo strumento), e onda corta e ripida. Va detto che tutte le altre barche in mare avevano preso almeno una mano di terzaroli o avevano il genoa mezzo rollato.

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