Il punto sulla Classe J/70 – Intervista con Beppe Zavanone
Allora Beppe, è passato un po’ di tempo dalla nascita della Classe J/70 in Italia e della bella prova della barca ci avevi regalato…
Sì, siamo alla terza stagione, i numeri sono in crescita vertiginosa e hanno dato ragione a chi come noi ha scelto questa barca come monotipo degli anni 10. Se in generale le oltre 1000 barche prodotte in soli quattro anni sono una iperbole inarrivabile, anche da noi finalmente si regata in tanti, e la classe si sta organizzando per ospitare sempre più stranieri nel nostro circuito. Ha progetti importanti in questo senso anche per il prossimo anno, peccato che la cosa passi sempre dalle tappe sul Garda, che personalmente sopporto sempre meno ogni anno.
Sì però dopo due tappe con oltre 40 barche (Monaco e Sanremo) a Porto Cervo eravate in 22 e gli stranieri non sono praticamente arrivati.
Vero, il ponte del 2 Giugno era ottimo per gli italiani, anche se non tutti hanno voluto affrontare la spesa del trasferimento. Gli aerei se prenotati per tempo possono essere economici, ma la barca viaggia via mare e lo sconto che abbiamo avuto da Tirrenia era poi solo per le partenze da Genova, e con giorni non comodissimi per il rientro. Ma la gita a Porto Cervo andava fatta, perché è la sede del mondiale 2017. Resta il fatto che non tutti gli armatori del J/70 hanno lo stesso budget, e se si deve tagliare qualche tappa è normale che qualcuno scelga la più onerosa. Visto come è andata chi era assente si è mangiato le mani e gli equipaggi top erano comunque tutti presenti, e sono state regate impegnative, con ogni tipo di vento, dalla bonaccetta ai 20 nodi del primo giorno. Senza contare i 30 nodi del giorno in cui ci siamo allenati.
Ecco, com’è la barca col vento forte?