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Wooden boatbuilding – Faber Navalis: Un film di Maurizio Borriello

Maurizio Borriello è un maestro d’ascia napoletano, film-maker e ricercatore in etnografia marittima. Vive da sette anni in Scandinavia, di cui gli ultimi quattro in Norvegia dove lavora al museo marittimo presso il dipartimento per la preservazione delle conoscenze nautiche tradizionali.

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Ha recentemente completato un film-documentario sul restauro di un’imbarcazione riconosciuta tesoro nazionale della storia marittima dal Ministero per il Patrimonio Storico Norvegese.

La bellezza di questo documentario sta, secondo me, nel fatto che non mira a raccontare come tecnicamente viene costruita la barca, di How To è pieno il web, ma rappresentare uno stato mentale, un’esperienza sensoriale, quello che il maestro d’ascia percepisce, vede, tocca, sente nel fare questo lavoro.

Maurizio Borriello dopo essersi laureato in Lingue e Civiltà dell’Oceano Indiano si sono trasferito in Indonesia dove ha insegnato per due anni presso l’Università di Jakarta. In quel periodo ha condotto alcune ricerche di etnografia marittima sulle comunità di costruttori di imbarcazioni tradizionali raccogliendo informazioni sulle tipologie di barche e relativi usi, sulle tecniche di costruzione e trasmissione del sapere, sugli effetti generati dall’introduzione di tecnologie moderne sulla cultura locale, l’economia, l’ambiente.

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Vanishing Sail

marzo 24, 2016 / Commenti disabilitati su Vanishing Sail

The Grenadines are a small group of islands in the Lesser Antilles where the traditions of boatbuilding were once crucial to the survival of local communities skimming a living from the sea.

Hundreds of sailing vessels were once launched here, more than anywhere in the West Indies. Today there is no more commercial trade by sail,
and these skills have vanished elsewhere in the region.

Alwyn Enoe is one of the last boatbuilders in the village of Windward, Carriacou, practicing a trade passed down the generations from the original Scottish settlers that arrived in the 19th century.

He is approaching his 70s and with no more orders coming in, he decides to build one last sailing sloop with the hope that his sons will continue the trade. Hundreds of sailing vessels were once launched here, more than anywhere in the West Indies.

Today there is no more commercial trade by sail, and these skills have vanished elsewhere in the region.

Alwyn Enoe is one of the last boatbuilders in the village of Windward, Carriacou, practicing a trade passed down the generations from the original Scottish settlers that arrived in the 19th century. He is approaching his 70s and with no more orders coming in, he decides to build one last sailing sloop with the hope that his sons will continue the trade.

Credits:
Writer/Director/Producer: Alexis Andrews
Producer: Justin Sihera

Info su www.vanishingsail.com – Scoperto grazie a snipeout.blogspot.it

Baboushka – In catamatano tra ghiaccio e acqua

Una coppia di francesi, Sébastien Roubinet e Vincent Berthet, sono partiti la scorsa estate per completare un’avventura a vela trans-artica in un catamarano appositamente progettato. Questo video è il traile del conseguente documentario.

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Sebastien Roubinet ha progettato il “Baboushka”, un incrocio tra una slitta e un catamarano. 7,50 m di lunghezza e 5 di larghezza, la barca è stata costruita con kevlar e carbonio, per consentirgli di essere trainata o scivolare su lunghe distanze con vele spiegate e una brezza moderata. Il cata-slitta ha navigato su ghiaccio, acqua e neve. (altro…)

Shackleton Death or Glory. Lost at Sea

gennaio 30, 2014 / Commenti disabilitati su Shackleton Death or Glory. Lost at Sea

La spedizione Endurance (Imperial Trans-Antarctic Expedition) partì da Londra il 1º agosto 1914, con a bordo Shackleton e altri 27 uomini.

Dopo essere rimasta ancorata a Grytvyken (Georgia del Sud) per circa un mese la nave Endurance salpò diretta verso il mare di Weddel che raggiunse il 10 gennaio 1915. Il 19 dello stesso mese rimase incastrata nel pack. Il 27 ottobre dovette essere abbandonata, il 21 novembre fu completamente distrutta dalla pressione del ghiaccio.

Shackleton fece trasferire l’equipaggio sulla banchisa in un accampamento d’emergenza, dove rimase fino al 29 dicembre quando si trasferì, trasportando al traino tre scialuppe di salvataggio, sul un lastrone di banchisa in quello che chiamarono Patience Camp.

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