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Uno sguardo all’Elan 410 che ha vinto Roma x 1 e GiragliOne

Prodotto dal 2007 al 2013 da Elan Yachts, l’Elan 410 è la barca della linea Performance del cantiere sloveno con la quale Carlo Potestà (con Phantomas) ha vinto la Roma x 1 e il GiragliOne, la Roma-Giraglia in solitario, mettendosi dietro in entrambe le regate diversi Class 40.

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Disegnato da Rob Humphreys, l’Elan 410 è un classico cruiser racer capace, visti i risultati penso di poterlo dire senza temere di essere smentito, di catturare anche il più piccolo refolo, offrendo buone prestazioni in regata e divertimento in crociera.

La disposizione degli interni prevedeva tre cabine con a scelta uno o due bagni. Abbastanza comodi gli interni, nonostante le linee votate più alle prestazioni che alla ricerca dei volumi.

Sei i winch di serie, quattro in pozzetto e due sulla tuga. Le drizze corrono nascoste sotto un carter sulla tuga, la scotta randa alla tedesca sotto ai passavanti. Notevole il volume di stivaggio, con tanti gavoni posizionati sotto le panche, nei paramare del pozzetto e sotto ai piedi del timoniere.

La scheda con le caratteristiche tecniche

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Carlo Potestà sull’Elan 410 Phantomas primo alla Roma per 1

aprile 11, 2014 / Commenti disabilitati su Carlo Potestà sull’Elan 410 Phantomas primo alla Roma per 1

Carlo Potestà phantomasAlle 15:35:50 del 10 aprile 2014 Phantomas, l’Elan 410, con al timone Carlo Potestà, ha tagliato la linea di arrivo, mettendosi dietro in reale tutti i Class 40, della prima edizione della Roma per 1. La prima barca a vincere una regata in solitario in Italia.

La festa inizia già a bordo del gommone della Direzione di Corsa. La moglie Clara e le figlie Gaia e Camilla si sbracciano e salutano da lontano. Se Carlo è “gasato”, le sue donne lo sono ancora di più. “Stanotte finalmente dormiamo”, confidano.

Alla fine si capisce che è stata un’avventura anche per loro. “Ho dormito tantissimo – dice invece Carlo – ogni volta che ho potuto. Ho preso alla lettera i consigli del dottor Stampi. Ho chiuso gli occhi per pochi minuti anche ogni paio di ore. I primi giorni anche in pozzetto. La fatica vera l’ho sentita solo questa ultima notte, quando il vento era tanto e riposare è diventato difficile, anche per l’adrenalina accumulata”.

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