Quesito di Fabio sulle regate a compenso

maggio 8, 2013 | By Mistro
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Fabio mi scrive per sottopormi un quesito riguardo alle regate a compenso, lo pubblico nella speranza che qualcuno abbia una risposta per lui:

Prima considerazione: il GPH , nelle varie formulazioni (fisso, calcolato, etc…) esprime la “navigabilità” di una imbarcazione in secondi a miglio tenendo conto di tutte le sue forme, attrezzature, specificità, andature, etc., NON della distanza di una regata.

Seconda considerazione: tra una barca con GPH minore e una con GPH maggiore, in caso di calcolo minore della distanza percorsa in regata, chi ci guadagna è la barca con GPH minore.

Terza considerazione: In una regata a bastone la lunghezza si calcola così: distanza dalla linea di partenza alla boa x 2 (andata e ritorno) x numero di giri + stacchetto.

Esempio: 2mg x 2 a/r x 2 giri + 0,5 = 8,5mg

In realtà la distanza “navigata”, cioè le miglie minime che necessariamente io devo fare, essendo la boa al vento a 90° rispetto la linea di partenza e quindi costretto a navigare per 45° rispetto l’asse del vento, è maggiore.

Cioè, considerando la distanza dalla linea di partenza alla boa un’ipotenusa, devo fare 2 cateti + ritorno + 2 cateti +ritorno + stacchetto.

E, secondo pitagora, conoscendo l’ipotenusa i il cateto c è uguale (vi risparmio la formula) a = 1,4

Quindi 1,4 x 2= 2,8 miglia effettivamente percorse, non 2, esattamente il 40% in più ad ogni giro.

Quindi rifacciamo il totale navigato: 2,8+2+2,8+2+0,5 = 10,1 mg effettivamente navigate.

10,1-8,5= 1,6 mg di compenso che non mi viene calcolato!

Si capisce che ho una barchetta con GPH maggiore?

Comments: 6

  1. marco ha detto:

    Onestamente non ho capito la domanda 🙂

    A parte quello, il GPH (come dice il nome) è un General Purpose handicap cioè un numerillo che tiene conto della MEDIA delle prestazioni in tutte le andature in tutte le condizioni di vento.

    Quindi dentro c’è la bolina con 6 nodi come la poppa piena con 25.

    Pacifico che mediamente non accontenti mai nessuno (tranne chi arriva davanti in compensato ;-)) specie fra barche con numeri molto diversi (un 50 piedi ed un 28 non regateranno mai nella stessa aria)

    Ogni formula di stazza ha i suoi punti deboli specialmente quando si vuole ridurre tutto ad un unico numero.

    Nel vecchio IMS (oggi ORC credo) il modo corretto di calcolare i compensi su un bastone era col calcolo del vento implicito, cioè andando a vedere il singolo numerino per singolo lato del percorso per singola intensità del vento, ma anche questo (seppur più vicino alla realtà) non è infallibile.

    Per guardare invece i casi favorevoli alle barche piccole (o con compenso maggiore) basta aspettare una prova costiera dove il tutto si svolge più o meno al traverso (ed è come un first 31.7 o un HR42 può vincere una Giraglia).

    Oppure su un bastone con poco vento l’aria finisce davanti facendo ricompattare il gruppo, quando il vento risale si riparte più o meno tutti assieme ma il compenso rimane sulla distanza complessiva e non solo sull’ultimo miglio da fare.

    Quando ci si stufa di tutto questo si passa al monotipo (e si viene bastonati lo stesso ma senza queste scuse, motivo percui i più restano nelle regate a compenso ;-))

    BV

  2. fabio ha detto:

    La prima riga poteva bastare, 🙂
    Marco, io non parlo di GPH, del suo calcolo, della sua applicazione, del vento implicito e di tutte le madonne che gli vanno dietro, io parlo del calcolo della distanza minima navigata in una regata a bastone (non costiera).
    Prova a rileggere tenendo conto di quel che ho detto.
    Ciao Marco,
    🙂

    f

  3. marco ha detto:

    Sì Fabio, ma prova anche tu a rileggere e vedrai che ti ho risposto 🙂

    IL GPH tiene conto sia dei bordi controvento (quindi dentro c’è anche il bordeggio) che dei lati in poppa piena (dove l’angolo a cui scendi è sempre più ampio man mano che aumenta il vento e quasi mai a 45° come hai calcolato tu).

    Quindi, secondo il concetto del GPH la tua barca in una navigazione che tiene conto mediamente di TUTTE le andature (compresi angoli morti) con TUTTE le intesità di vento ci mette tot secondi a fare un miglio mentre un’altra ce ne metterà di più o di meno.

    Quindi se faccio una regata a bastone con l’uso del GPH il calcolo della distanza è da boa a boa senza tenere conto degli angoli (ci sono barche che stringono a 45° sul reale ma anche tante che stringono a 40 o a 38°, ad ognuno gli calcoli una distanza diversa??).

    Poi l’uso del GPH su un bastone è sbagliato, infatti nei vecchi certificati IMS esisteva un altro numero (se non ricordo male si chiamava ILC) che serviva proprio per le regate a bastone tenendo conto SOLO di lati controvento e lati in poppa (quindi il numerillo risultante era diverso).

    BV

  4. marco ha detto:

    Scusa (rileggendo), il ritorno tu lo calcoli dritto per dritto (e non a 45°) ma non cambia nulla.

    Con poca aria nessuno scende dritto e quindi la strada effettiva è maggiore, ma anche questo è già compreso nel numerello.

    BV

  5. fabio ha detto:

    Ciao Marco, grazie per le risposte
    🙂

    Ricapitoliamo. domanda lunghissima:
    GPH 650 significa che io con la mia barchina ho 650 secondi per fare un miglio virtuale
    dato che questa distanza non può essere la somma dei quattro cateti (giusto per far bordi anche nel ritorno) la cui ipotenusa è 0,5mg , cioè la distanza dalla linea di partenza alla boa con la quale i giudici calcolano il compenso ?
    Non so se mi sono spiegato a sufficenza.
    Ma se pensi a Pitagora ci si arriva.
    Se così fosse avresti ragione.

    Se così non fosse……
    Non sono addentro ai sistemi di calcolo dell’ORC , ma ho sempre sentito parlare di tutte le specificità marine e non della barca, ma mai applicate alla distanza (intendo distanza teoricamente percorsa in un bastone).

    Mi rispondi dal paese natio o sei in giro pel mondo?

    BV a te e Topo.

  6. marco ha detto:

    Scusami ma continuo a non capire la domanda.

    Se il numero 650 considera tutte le andature possibili con tutte le intensità di vento viene da se che la distanza è solo quella tra A e B in cui tu navighi MEDIAMENTE a 650 secondi per miglio, Pitagora rimane nella vasca assieme ad Archimede a fare le bolle 🙂

    Spiegata in un altro modo, se esistesse un numero di compenso SOLO per i lati controvento, la tua barca avrebbe (per esempio) 840 sec/miglio, contro i 730 di un’altra.

    In questo sarebbe compreso mediamente tutto, quindi sia le differenti prestazioni di velocità ma anche di angolo a stringere in base alle varie intensità di vento.

    Quindi tu per il calcolo del compenso avresti da inserire solo la distanza tra A e B (un miglio per esempio) in quanto nel numero del rating è già compreso che in realtà tu farai 1,4 miglia ed il tuo avversario solo 1,35 (per esempio).

    Spero di essermi capito (altrimenti mi arrendo :-))

    La seconda domanda è molto più facile : siamo in NZ fino a martedì, poi andiamo in Nuova Caledonia che qui oramai è troppo freddo 😉

    BV

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