Catherine Chabaud: la velista nominata ministro del mare

Il 12 ottobre 2025, nel nuovo governo francese guidato da Sébastien Lecornu (Lecornu II), Catherine Chabaud – prima donna a completare il Vendée Globe (1996-97) – è stata nominata ministre déléguée chargée de la Mer et de la Pêche (Ministro delegata per il Mare e la Pesca), sotto la supervisione del ministro per la Transizione Ecologica, della Biodiversità e delle Negoziazioni internazionali su clima e natura, Monique Barbut.

Catherine Chabaud: la velista nominata ministro del mare

Questa nomina segna un momento importante sia per il mondo marittimo sia per la vela francese: Catherine Chabaud è un nome noto non solo come politica o ambientalista, ma soprattutto come navigatrice di alto profilo.


Un percorso fatto di oceani

Per capire cosa questa nomina può significare, è utile ripercorrere il suo cammino:

  • Navigatrice pioniera: Chabaud è stata la prima donna a completare il Vendée Globe (1996-97) in solitario, in regata, senza scalo né assistenza.
  • Impegno ambientale: negli anni ha costruito una carriera anche fuori dalla barca, diventando una voce attiva nella difesa degli oceani, nella promozione dello sviluppo sostenibile applicato al mare e nella sensibilizzazione all’inquinamento marino. È cofondatrice della Plateforme Océan et Climat, promotrice dell’idea dell’“oceano bene comune dell’umanità”.
  • Ruoli istituzionali nel mare: è stata già déléguée à la mer et au littoral (delegata per il mare e il litorale) presso il ministero dell’Ambiente francese dal 2016 al 2017.
  • Attività europea: eletta al Parlamento europeo nel 2019, dove ha portato avanti temi marittimi, di ambiente, pesca e governance degli oceani.

Le sfide che la aspettano

Essere ministro delegata per il mare e la pesca significa dover affrontare una serie di temi urgenti, molti dei quali già familiari a Chabaud, ma ora con responsabilità decisionali più dirette. Alcune delle principali sfide:

  1. Sostenibilità della pesca
    Regolamentazione, protezione delle specie in pericolo, lotta alla pesca illegale, gestione degli stock ittici: bilanciare produttività, lavoro e conservazione.
  2. Protezione degli ecosistemi marini
    Zone marine protette, tutela dei fondali, lotta all’acidificazione, al riscaldamento e all’inquinamento da plastica.
  3. Politica del cambiamento climatico applicata al mare
    Dal contributo degli oceani all’assorbimento di CO₂ alle conseguenze del riscaldamento, fino alla gestione delle risorse offshore.
  4. Governance e coordinamento
    Coordinare con altri ministeri (Transizione ecologica, biodiversità, pesca, affari marittimi), con livelli locali (regioni, comuni costieri), con l’Unione Europea, con organizzazioni internazionali.
  5. Sviluppo di attività marine responsabili
    Turismo nautico, energie marine rinnovabili, biotecnologie marine, pesca sostenibile, acquacoltura — promuovere innovazione e “blue economy” rispettando limiti ecologici.
  6. Coinvolgimento delle comunità costiere
    I pescatori, gli operatori nautici, le comunità locali devono essere parte del processo: spesso sono coloro che subiscono direttamente gli effetti delle politiche (positive o negative).

Possibili impatti per il mondo della vela

Dal punto di vista della vela, questa nomina può avere risvolti concreti:

  • Maggiore attenzione istituzionale agli sport nautici, alla navigazione da diporto, alla formazione marina.
  • Possibili incentivi per velisti, club nautici, manifestazioni, innovazione nella progettazione sostenibile delle imbarcazioni.
  • Ruolo di ambasciatrice della vela come strumento non solo sportivo ma educativo e ambientale.

Link alla pagina di Catherine Chabaud su Wikipedia

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