Maurice e Maralyn Bailey: 118 giorni alla deriva nel Pacifico

Nel mondo della vela, dove la libertà dell’oceano si sposa con il coraggio dell’uomo, poche storie sono tanto toccanti e incredibili quanto quella di Maurice e Maralyn Bailey, una coppia britannica che, nel 1973, sopravvisse per 118 giorni su una zattera di salvataggio nell’Oceano Pacifico. È una vicenda estrema, ma anche un monito per chi va per mare: una lezione di preparazione, adattamento e spirito umano.

Maurice e Maralyn Bailey: 118 giorni alla deriva nel Pacifico

La crociera di Maurice e Maralyn Bailey diventa un incubo

Maurice e Maralyn, entrambi appassionati navigatori e originari del Regno Unito, decisero nel 1972 di cambiare vita. Lasciarono il lavoro e vendettero tutto per acquistare una barca a vela, Auralyn, lunga 9,4 metri, con l’intenzione di attraversare l’Atlantico e poi il Pacifico. Erano ben preparati e determinati, ma il mare – come spesso accade – aveva altri piani.

Il 4 marzo 1973, a circa 1.600 km a ovest delle Galápagos, la loro barca fu colpita da una balena. Lo scafo riportò danni irreparabili e cominciò ad affondare. La coppia riuscì a recuperare una zattera di salvataggio gonfiabile e un piccolo canotto, e si allontanò dalla barca ormai condannata.

118 giorni di lotta per la vita

Per quasi quattro mesi, i Bailey vissero un’odissea terrificante. Il cibo razionato finì presto, e la sopravvivenza dipese dalla loro abilità nel pescare pesci volanti, tartarughe e uccelli marini. Riuscirono a raccogliere anche piccole quantità d’acqua piovana, ma soffrirono la sete, le scottature solari, le piaghe da decubito e la debolezza estrema. Maralyn perse circa 18 chili, Maurice oltre 20.

La zattera si deteriorava giorno dopo giorno. I Bailey dovettero ripararla più volte con materiali di fortuna. Per mesi videro numerose navi passare in lontananza, senza mai essere avvistati. Il morale si abbassava, ma non persero mai la speranza.

Il salvataggio di Maurice e Maralyn Bailey

Il 30 giugno 1973, dopo 118 giorni alla deriva, una nave mercantile coreana, la Weolmi 306, li avvistò e li trasse in salvo. Erano debilitati ma vivi, e incredibilmente ancora insieme. Furono portati in ospedale a Honolulu, dove iniziarono il lento recupero fisico e psicologico.

Un libro per raccontare l’incredibile

La loro straordinaria avventura fu raccontata nel libro “117 Days Adrift”, scritto da Maralyn. In Italia è noto come “118 giorni alla deriva” (con l’arrotondamento che tiene conto della data del naufragio e quella del salvataggio). È un testo commovente e dettagliato, diventato un punto di riferimento nella letteratura sulla sopravvivenza in mare.

Lezioni per ogni velista

La storia dei Bailey non è solo una cronaca drammatica: è un inno alla resilienza, alla cooperazione e all’amore in condizioni estreme. Per chi naviga, offre insegnamenti fondamentali:

  • Mai sottovalutare il potere dell’oceano;
  • Prepararsi a ogni evenienza, anche la più improbabile;
  • Imparare a cavarsela con risorse limitate;
  • E soprattutto: non perdere mai la speranza.

Maurice e Maralyn tornarono a navigare dopo il naufragio, a testimonianza che la loro passione per il mare era più forte della paura.

Conclusione

In un mondo in cui la tecnologia offre mille strumenti per la sicurezza in mare, la storia dei Bailey resta un faro: ci ricorda che, al di là delle dotazioni e delle previsioni meteo, ciò che conta davvero è lo spirito con cui si affrontano le sfide dell’oceano.

Una storia vera, estrema, incredibile. E un tributo alla forza di due cuori in mezzo all’infinito blu.

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