Conclusioni del rapporto MAIB sull’incidente mortale di Elizabeth Wood
Il rapporto del Marine Accident Investigation Branch (MAIB) sull’incidente che ha causato la morte della velista Elizabeth Wood evidenzia diverse criticità operative e organizzative, con importanti lezioni per la sicurezza nella vela, soprattutto in ambito inclusivo.

L’incidente che è costato la vita a Elizabeth Wood
Intorno alle 13:30 del 1° ottobre 2022, mentre era in regata al largo di Cowes, sull’Isola di Wight, la 43enne Elizabeth Wood è caduta in mare da LimbItless, un Sonar della Andrew Cassell Foundation. Il Sonar è immediamente tornato sul luogo della caduta ma il suo equipaggio ha impiegato 15 interminabili minuti prima di riuscire a recuperare la donna e questo anche solo grazie all’aiuto degli equipaggi di altre tre imbarcazioni giunte sul posto in risposta al segnale di soccorso lanciato dallo skipper.
Elizabeth era priva di sensi quando è stata ripresa a bordo e, nonostante la rianimazione cardiopolmonare praticata mentre veniva portata a riva e le cure mediche professionali all’arrivo, non ce l’ha fatta.
Le conclusioni del del Marine Accident Investigation Branch (MAIB)
1. Formazione insufficiente dell’equipaggio
Il MAIB ha stabilito che i volontari dell’associazione Andrew Cassell Foundation (ACF), responsabile della barca su cui si trovava Elizabeth Wood, non erano adeguatamente addestrati per gestire il recupero di una persona caduta in mare. In particolare, mancava una tecnica efficace per riportare a bordo una persona in difficoltà, soprattutto se priva di sensi o con capacità motoria ridotta.
2. Valutazione dei rischi carente
L’indagine ha rilevato che la valutazione dei rischi condotta prima della regata era “deficitaria” e non teneva conto delle esigenze specifiche dei membri dell’equipaggio, in particolare di quelli con disabilità o ridotta capacità di auto-recupero. Il rapporto sottolinea che la pianificazione delle emergenze deve essere personalizzata e non basata su procedure generiche.
3. Mancanza di attrezzature e procedure specifiche
Il rapporto ha evidenziato che non erano disponibili a bordo attrezzature o sistemi specifici per facilitare il recupero di una persona dall’acqua, elemento particolarmente critico quando si naviga con equipaggi misti o con disabilità. In seguito all’incidente, la fondazione ha collaborato con la RNLI per sviluppare un sistema di recupero più efficace (FastNet Recovery System).
4. Raccomandazioni per tutti gli skipper
Il MAIB raccomanda che tutti gli skipper, soprattutto in contesti inclusivi, riflettano su come recuperare rapidamente un membro dell’equipaggio privo di sensi dall’acqua e che tali procedure vengano regolarmente esercitate. Non sempre sono necessari dispositivi speciali, ma in alcuni casi possono risultare essenziali.
5. Miglioramenti successivi all’incidente
Dopo la tragedia, l’ACF ha implementato miglioramenti significativi: introduzione di una barca di sicurezza dedicata, valutazioni dei rischi più dettagliate e personalizzate, e l’adesione a programmi di sicurezza come RYA Sailability, per rafforzare la cultura della sicurezza e dell’inclusività.
Link al rapporto completo assets.publishing.service.gov.uk (in inglese)