Tenta di rubare una barca… con l’armatore dentro
Fortuna vuole che spesso i ladri siano anche profondamente stupidi. Come M. C., tunisino, residente ad Acate, arrestato e accusato del reato di furto aggravato perché ha tentato di rubare una barca a vela ormeggiata all’interno del Porto di Marina di Ragusa.
Il “nostro” si è introdotto in piena notte nella darsena, raggiunta la barca ha iniziato a liberarla dalle cime di ormeggio e ha avviato il motore.
Peccato però che l’armatore, un sessantenne di origine piemontese, stesse dormendo all’interno. Armatore che svegliato dal rumore del propulsore e intravisto la sagoma di un soggetto che manovrava il timone ha naturalmente chiamato il 113.
Gli agenti dell’Ufficio Volanti in collaborazione con il personale in servizio di vigilanza interna al porto (che evidentemente prima dormiva) sono riusciti a bloccare il soggetto.
Ora sarei anche curioso di sapere quale fosse lo scopo del furto e dove il ladro intendesse portare la barca.
I fatti non si sono svolti come descritti dalla polizia. Se siete interessati a sapere come sono realmente accaduti, contattatemi. L’armatore “sessantenne”.
Io sarei molto curioso di sapere come è andata davvero.
Grande Paolo,
Sì per favore facci sapere com’è andata veramente.
Max
Allora, comincio col descrivere la
SITUAZIONE:
Siamo a lunedì 24, la barca si trovava ormeggiata al molo di ponente di Marina di Ragusa vicino all’ingresso del cantiere, posto n.37. Sul ponte c’erano due fuoribordo, uno lucchetato, l’altro no; tolte le vele le drizze le scotte, albero e boma pronti per essere messi a terra. Barca ormeggiata con due trappe due cime a poppa più due traversini, pompa dell’acqua con rubinetto aperto, cavo elettrico collegato e passerella/asse di legno da cantiere legata alla barca ed ad un traversino.
FATTI: dopo un po’ di insonnia, finalmente verso l’una e un quarto riesco ad addormentarmi, sono nella cabina di prora. Attorno alle due vengo svegliato dal rumore del motore ad alto numero di giri e da una forte vibrazione della barca. Mi reco verso poppa e posso vedere la barca ormeggiata alla mia sinistra che sta sfilando. Ancora obnubilato dal sonno mi domando come il motore possa essersi avviato da solo e la barca avanzare. Stacco il generale della batteria ma niente, ovviamente, accade. Apro allora il tambuccio che era chiuso, ed esco fuori in pigiama. Scorgo una figura dietro al timone, mi avvicino e gli urlo il classico “ma che cazzo stai facendo”. Lo invito… gentilmente, a cedermi i comandi. Sono tra i pontili delle barche ormeggiate, spira un vento da SE di circa 15 nodi, direi. La priorità è evitare di finire addosso alle altre barche. Mi rendo conto che in acqua ho le quattro cime di poppa, il tubo dell’acqua e il cavo elettrico. Recupero una delle cime ed ingiungo al ladro/sequestratore di armatori di ricuperare le altre. Lo fa. Finita questa operazione lo faccio sedere su di una panchetta laterale della poppa. Vedo luci di automobili sulla mia ex diga foranea, due persone, sono i ragazzi della sicurezza. Urlò loro di recarsi alla darsena del cantiere, che è l’unico posto dove potrei ormeggiare da solo senza fare danni, e di chiamare la polizia. Mi preparo ad accostare di poppa all’inglese al molo prospiciente la darsena ma, mi rendo conto che la barca non si muove più: ho ancora le trappe sulle bitte di prua. Ingiungo al ladro/sequestratore di armatori di non muoversi mentre vado a sciogliere le trappe. L’ormeggio procede regolarmente con l’aiuto dei ragazzi della sicurezza. Attendiamo una mezz’ora abbondante l’arrivo della Polizia che prende in consegna il tipo ed invita me (che sono sempre in pigiama) ed un ragazzo della security ad andare in questura per la deposizione.
Per finire con un sorriso, l’armatore sessantenne piemontese, in realtà ha ancora due anni interi da trascorrere nei cinquanta avendo compiuto gli anni proprio due giorni fa!
Grazie Paolo.