Giancarlo Pedote pensa in grande e passa ai piccoli Moth

aprile 29, 2016 | By Mistro
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Quando si ha un grosso obiettivo è necessario prepararsi a 360 gradi e avere il coraggio di lasciare quello che sai fare meglio. Giancarlo Pedote è indicutibilmente uno dei più grandi velisti che abbiamo in Italia in questo momento. Un grande velista e un grande atleta.

Giancarlo in allenamento sul MOTH Prysmian 4171. ph. Pluhel/ENVSN

Giancarlo in allenamento sul MOTH Prysmian 4171. ph. Pluhel/ENVSN

29 aprile 2016 – Giancarlo Pedote decide di sperimentare ancora e lasciare gli abitabili e l’oceano, il suo mondo, per concedersi un anno di apprendimento a bordo di una delle più rivoluzionarie imbarcazioni: il Moth a foil.

«Non ci sono dubbi: il concetto del foil è la vela di domani che comincia oggi » dichiara con fermezza Giancarlo Pedote. «I foil sono entrati a gamba tesa nella vela, invadendola in ogni dove, dalla Coppa America alle regate oceaniche. La Classe Mini 6.50 si è aperta ai foil nella categoria prototipi, mentre i Multi50 lo faranno nel 2017; gli IMOCA sono ormai barche dotate di foil, come gli ULTIME, e anche il nuovo Figaro che verrà messo in commercio nel 2019 avrà queste appendici. Il Nacra 17, che fa parte delle classi olimpiche, dal prossimo anno cambierà lo shape del proprio foil, per permettere alla barca di volare con più efficienza. Che piaccia o no, il foil al giorno di oggi è una realtà che non può essere ignorata da un velista che aspiri alla completezza. Per questo ho deciso di investire a fondo nella conoscenza di questo nuovo modo di navigare comprando un Moth a foil e decidendo assieme al mio sponsor Prysmian Group di dedicare quest’anno all’apprendimento della “navigazione in volo” ».

Grazie ai due foil posti uno a poppa e uno a prua, nel momento in cui raggiunge una certa velocità viene sollevata fino a circa 1 metro dalla superficie dell’acqua, dando l’illusione di volare. Proprio queste sue caratteristiche sono a monte dei motivi per cui lo skipper fiorentino ha scelto di sperimentare, apprendere e entrare nel mondo dei foil con il Moth:

« Il Moth è una barca piccolina che vola e da cui posso imparare molto: a pensare velocemente, perché le layline arrivano in fretta; una maggiore sensibilità, dal momento che ha un timone di una finezza estrema; un più stabile equilibrio, necessario per effettuare le manovre restando fuori dall’acqua ».

Ma le sue motivazioni non sono solo tecniche:

« Ho scelto il Moth perché è una barca da solitari e quindi ritrovo il mio mondo. Inoltre è una classe che in questo momento ha un elevatissimo ed eterogeneo livello di regatanti: ci sono persone che provengono dalle classi olimpiche, altri che si allenano per partecipare alla Volvo; ci sono solitari delle regate oceaniche, skipper della Coppa America. Tutto questo crea una miscellanea molto bella in una Classe in cui il livello è molto alto. Indubbiamente », prosegue lo skipper toscano, « nella Classe Moth ci sono persone con le quali sarà molto bello confrontarsi per arricchirsi e poter prendere nuovi spunti di riflessione da reintegrare in quello che è il mio essere navigatore oceanico in solitario. È un po’ come fermare il tempo per poter studiare qualcosa di cui non si può fare a meno, per poi risaltare a bordo di un progetto oceanico con un master, una conoscenza ulteriore integrabile alle barche che saranno varate ».

Il Moth a foil è considerato un prototipo, dal momento che la Classe è molto aperta e lascia spazio alle scelte in termini di preparazione della barca.

« Questo fa sì », commenta, « che i regatanti possano adottare tanti tipi di idee che sicuramente verranno riprese dai progettisti delle barche più grosse ».

Il pensiero va all’IMOCA. Giancarlo Pedote ha infatti ancora e sempre di più come obiettivo quello del Vandée Globe.

« Quando si ha un grosso obiettivo è necessario prepararsi a 360 gradi e avere il coraggio di lasciare quello che sai fare meglio », spiega Pedote, reduce da due stagioni di sole vittorie in classi competitive.

« Sono consapevole di lasciare il podio a cui ho abituato gli appassionati per scendere in classifica, ma secondo me a volte per crescere serve un’onda d’urto. A volte è necessario saper guardare lontano e capire quando è il momento di uscire dal proprio cammino per imparare qualcosa di nuovo. Richiede coraggio, ma serve per diventare ancora più forti ».

Pedote continua la sua osservazione: « Questo vale nella vita come nella vela. È raro, infatti, che atleti specializzati in un settore abbiano voglia di fare un gesto del genere, ma credo fermamente nella mia scelta e quindi vado dritto verso il mio obiettivo. Se già nel 2015 avevo scelto di confrontarmi con un settore a me fino a quel momento estraneo, quello dei multiscafi, adesso mi allontano totalmente dal mio campo, la navigazione oceanica in solitario, per andare frequentare una Classe che potrà darmi molto. Io personalmente non voglio perdere tempo e sono contento che Prysmian Group mi conceda questa possibilità, dalla quale sono sicuro uscirò arricchito in termini di bagaglio di conoscenza ».

VBia | www.giancarlopedote.it

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