Carrellabili – Inseparable 398

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marzo 23, 2013
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Aurelio mi segnala questa Inseparable 398, sorella minore dell’aviateur 570 sempre di Henseval Yacht design, che costruirà presso il cantiere Riva di Maslianico (quello dei dinghy classici e barche legno custom (www.barcheriva.it).

inseparable 398 01

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Lo scafo è in compensato marino e resina epossidica, le appendici timone e deriva a baionetta in Bretagna (cantiere locale tramite arch. Henseval), albero e boma in carbonio da C-Tech Composites di Auckland, vele in Italia di Ducksail Monza, l’albero insartiato è pivottante in coperta per armarlo anche da soli, altezza in cabina 107 cm, piccola cucina e spazio per stivaggio omologata categoria C e D, inaffondabile con riserve di schiuma sotto le cuccette e paglioli.

La barca è pensata per essere facile da carrellare e ricoverare in garage per l’inverno, deriva a baionetta (idem timone) 2 cuccette e micro cabina per veleggiate al lago e in laguna (velaraid e velalonga) pescaggio minimo 20 cm massimo 100 cm peso a vuoto 380 kg ( 110 di deriva) randa 14,5 mq e code “0″ 7 mq ( o eventuale gennaker) su bompresso lunghezza 398 cm larghezza 200 cm.

Come combattere e/o prevenire il mal di mare

La cinetosi (o chinetosi o kinetosi, mal di mare nel nostro caso specifico) e’ un insieme di concause strettamente legate tra di loro.

Tutti sono d’accordo sul fatto che il mal di mare va prima di tutto prevenuto. I rimedi farmacologici purtroppo funzionano in prevenzione inibendo parzialmente i nostri recettori preposti al mantenimento dell’equilibrio. Il farmaco quindi andrebbe preso preventivamente e non dopo i primi sintomi, poichè sarebbe già troppo tardi e la sua efficacia sarebbe solo parziale o nulla.

Si deve cercare inoltre di non trovarsi in situazioni ambientali tali da soffrire il mare.

Umido, freddo, caldo ecessivo, stress, stanchezza, ansia, possono essere delle concause che fanno percepire il mal di mare prima del tempo. Non sto qui a disquisire circa il moto ondoso o il rollio ritmico, quelle sono cause oggettive a cui siamo sottoposti nel momento in cui si va per mare e non possiamo farci nulla.

Il mal di mare inoltre e’ un sintomo soggettivo: chi soffre solo ad andare sotto in banchina… chi non soffre manco a capo horn a testa in giu’ a cambiare il filtro del gasolio. Ancora: al mal di mare ci si abitua. O meglio, ci si abitua alla nuova condizione di equilibrio tipico di un mezzo instabile come la barca. La velocita’ di adattamento varia, come sopra, da soggetto a soggetto.

Quindi (a titolo di esperienza personale) bisogna cercare di non mettersi in condizioni tali da soffrirne.

Alimentazione: non e’ l’alimentazione che stimola il mal di mare ma e’ il mal di mare che stimola la nausea e quindi la piu’ o meno accentuata sofferenza a questo sintomo.

Aiuta: evitare bevande alcoliche, gassose, dolci e acide, attenti pero’ che non vuol dire non bere. Ma bere poco e di continuo. Evitare cibi: ricchi di grassi, speziati, difficilmente digeribili e dolci. Meglio il salato (la famosa leggenda dell’acciuga del pescatore).

Veniamo ai farmaci. Ce ne sono tantissimi, si va dal piu’ leggero travelgum (il formicolio alla lingua e’ sinonimo di anestetizzante) alla piu’ efficace xamamina, che pero’ proprio per la funzione inibitrice ti lascia un attimo rincoglionito. Considerazione: in barca solitamente si soffre il mare quando le condizioni sono piu’ dure e quindi piu’ problematiche e critiche.

Preferisco di gran lunga avere uno completamente inefficente disteso in pozzetto, piuttosto che uno mezzo efficente e poco “attento” impasticcato che fa manovre in barca.

Ultima cosa: se fai regate non soffri mai il mal di mare. 🙂

Prove di barche – Trimarano Corsaire Marine F24

Trimarano Corsaire Marine F24Di Ugo Marinelli

Uscito dal cantiere della Corsaire Marine nel 1993, sono ben 15 gli anni compiuti dal mio barchino. Ancora oggi mi guardano un po’ ovunque come un marziano, come se fossi uscito da un film di fantascienza. Eppure stiamo parlando di un progetto del 1987!

Riflettiamo: che barche a vela si costruivano / progettavano a fine anni 80? Non mi viene in mente niente. Guardo su internet e trovo il Janneau Sun Fizz. L’IMS deve ancora arrivare. Siamo ancora nel pieno marasma IOR anche se ne annusa la sua fine. Si, 15 anni fa era davvero un progetto innovativo, da fantascienza. Ma oggi?

Possibile che la nautica sia ancora fossilizzata a considerare i multiscafi come “macchine da guerra” per regate e non come valida alternativa alla crociera? E si che stiamo parlando di un trimarano da crociera!!!!

Veniamo alla descrizione di questo fantastico oggetto.
Si tratta di un multiscafo, un trimarano per la precisione, di 24 piedi (7,2 m) ad ali richiudibili (vedremo in seguito i dettagli del sistema). Costruito dalla Corsaire Marine Statunitense (www.corsairmarine.com) su progetto di Ian Farrier www.f-boat.com allora in veste di socio. In seguito Farrier si allontanera’ dalla Corsaire Marine e disconoscerà le variazioni apportate ai suoi modelli dai suoi ex soci.

Bicicletta pieghevole da barca Mobiky

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marzo 23, 2013
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bicicletta pieghevoleQua fan porti sempre più giganteschi e tra poco ci vorrà la bici anche per andare dalla barca al bagno…

Costruita in alluminio anticorrosione, facile e veloce da piegare ed aprire (3 secondi). In 2 modelli – con ruote da 12 o da 16 pollici – è disponibile in 7 versioni: dalla più semplice, a quella con cambio e freni Nexus Roller, a quelle top con motore elettrico per la pedalata assistita (autonomia 15-30 km).

Una volta chiusa MOBIKY è piccolissima e facile da stivare: la sua forma estremamente compatta e con il minimo di sporgenze è stata studiata nei dettagli!

Anche piegata può essere comodamente spinta e direzionata col manubrio sulle sue ruote. Inoltre, indifferentemente se aperta o piegata, può stare in piedi sul suo cavalletto.

Le sue prestazioni sono pari a quelle di una bicicletta non pieghevole (con ruote dello stesso diametro e cambi con gli stessi rapporti). Il telaio è solido e rigido, non ha flessioni anomale: ciò grazie all’esclusivo sistema di ripiegamento in verticale con “super-blocco” di sicurezza (brevetto esclusivo), che non permette nessun tipo di elasticità laterale.

Saphire 27 – Carrellabile e facile da allestire

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marzo 23, 2013
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Saphire 27 in navigazione

Il Saphire 27, progettato da Claudio Maletto, è una barca leggera e carrellabile, con possibilità di varo direttamente dal carrello, è costruito dal cantiere polacco Delphia Yachts. Sarà presente al Salone Nautico Internazionale di Genova dal 6 al 14 ottobre prossimi.

Saphire 27 si compra anche on line su saphireboats.com – eliminando così gli intermediari si “dovrebbe” abbassare il prezzo – dove è possibile “costruire” la propria barca ideale, scegliendo il colore dello scafo, degli interni, degli arredi e aggiungere optional.

Scafo e coperta sono costruiti in infusione sottovuoto con sandwich e resina vinilestere con successiva postcottura. L’albero a crocette acquartierate è in fibra di carbonio e si monta facilmente senza la necessità di particolari attrezzature. Il piano velico è offerto in due configurazioni: una più aggressiva per i regatanti con randa allunata e full batten, realizzata in materiali avanzati, mentre la seconda la family sail, studiata per la crociera e per utenti meno esperti è caratterizzata da una randa meno potente in poliestere.

Quanto costa (davvero) una barca nuova

Quando ci appassiona alla vela e si è proprio all’inizio capita di andare in edicola e comprare ogni pubblicazione possibile immaginabile sul tema. Immancabilmente si arriva alla pagina degli annunci dell’usato e poi si finisce a fondo rivista a guardare i prezzi del nuovo.

E qui ci si trova di fronte ad una sorpresa, per un usato recente spesso viene richiesto un prezzo più elevato che per un nuovo.

Come è possibile tutto ciò?

Tanto per iniziare quello dell’usato è il prezzo che viene richiesto ma non è detto sia anche quello che si ottiene… ma questa è un’altra storia.

salone nautico

Il fatto vero è che il prezzo del nuovo pubblicato sulle riviste è quello delle barche in cantiere (dove le costruiscono, magari all’estero) al netto dell’iva al 20% e di tutta un’altra serie di costi che sono variabili in funzione di una quantita’ X di fattori.

I fattori:
1) tanto per iniziare gli accessori. Per dire, un minimo sindacale di elettronica ormai si mette su qualunque barca cabinata, dalla più piccola in su.

2) Il trasporto. Sono trasporti eccezionali ed in quanto tali costano una fucilata al kilometro. Più kilomerti = un costo maggiore, ovvio.

La prova in mare del Petrel 28

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marzo 22, 2013
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Tanto per iniziare lo dico subito e sgombro il campo, la tuga è profondamente invadente dal punto di vista estetico, si lo è… ma se vuoi un metro e ottanta di altezza in dinette ed oltretutto su una barca di soli 28 piedi pensata per essere autocostruita… questo è il compromesso che bisogna accettare.

Diamo il via alle prime impressioni. La barca in certe soluzioni presenta qualche difetto caratteristico del numero 1, per esempio per la pala del timone non è stata rispettata la specifica progettuale che lo prevedeva appeso a poppa, questo ha spostato la barra più avanti in pozzetto col risultato di avanzare conseguentemente troppo la posizione del timoniere – che si ritrova un tantino scomodo – e di farle fare (alla barra) a pugni col paranco di scotta della randa. Tutto per poter usufruire di una abbastanza inutile spiaggetta a poppa. Secondo me il gioco non è valso la candela, avrei rispettato il progetto.

Altro difetto sono i winch di scotta genoa sul passavanti, sarebbero da arretrare un filino (e magari da posizionare sul paraonde) per agevolarne l’uso da parte di chi sta al timone, andrebbero inoltre previsti dei portelli per ispezionare il vano motore. Il motore è stato montato un filino più arretrato rispetto alle specifiche di progetto, la barca appare leggermente seduta sulla poppa.

Veniamo alla prova, che si è svolta fuori della laguna di Grado, nel nord Adriatico. Il vento era vento un NW (da quelle parti lo chiamano Borino) di intensità imprecisata (non avevamo lo strumento), e onda corta e ripida. Va detto che tutte le altre barche in mare avevano preso almeno una mano di terzaroli o avevano il genoa mezzo rollato.

Barche dai nomi strani

Spero che sappiate l’inglese… perchè io i nomi non ve li traduco mica

Via | www.oddee.com

Viko 20 Navikom – La compatta economica polacca

Il Viko 20 è prodotto in Polonia da Navikom. La barca in vetroresina, interamente controstampata e classificata inaffondabile. Il lay-out degli interni è funzionale alla crociera, con 4 cuccette in due cabine, cucina, tavolo e bagno separato. Esternamente è riconoscibile per l’imponente baglio massimo e per l’alta opera morta.

Voko 20 in navigazione

L’armo velico è essenziale. Comprende una randa senza trasto e un fiocco al 100%, in alcune versioni è presente anche un jennaker armato su bompresso. L’albero abbattibile la rende adatta alla navigazione sui laghi del nord Europa e, anche per il peso ridotto e la deriva mobile, facilmente carrellabile.

In navigazione si comporta bene, riesce a tenere un ottimo passo sull’onda, rapportato al dislocamento, è in grado di raggiungere i 4 nodi di bolina agevolmente e alle portanti sotto gennaker li supera senza difficoltà. Nonostante la deriva mobile la riduzione di tela arriva tardi fino a 16/18 nodi si può tenere tutta la randa anche in singolo, specialmente quando ci si è abituati allo sbandamento che all’inizio spaventa un po’.

I pregi se si fa un utilizzo della barca che sia congruo con lo spirito per cui è stata pensata sono il dislocamento leggero, la deriva mobile, una discreta abitabilità interna in proporzione alle dimensioni, il bagno separato, l’albero abbattibile ed uno spazioso gavone a poppa.

I difetti sono i pochi gavoni interni per la presenza del controstampo, l’attrezzatura di coperta minimale, il tambucco non scorrevole, l’assenza di un trasto randa ed il gavone a poppa non stagno.

Dimensioni:
Lunghezza fuori tutto: 6,10 m
Lunghezza scafo 5,50 m
Baglio massimo: 2,45 m
Pescaggio: 0,28-1,10 m
Peso a secco: 580 Kg
Sup. velica: 18,6 mq
Altezza in cabina: 1,55 m
Albero: 7,20 m

Gli equipaggiamenti

A seconda della versione e della nazione in cui viene venduta gli equipaggiamenti variano. il Viko Navikom in versione standar comprende:

Coperta:
Albero in alluminio anodizzato con 1 ordine di crocette
Boma in alluminio anodizzato con tesabase e presa terzaroli interna
Sartie, strallo e paterazzo in spiroidale e tensionatori
Candelieri inox con draglie in spiroidale
Rotaie fiocco in alluminio con regolazione continua manuale
2 Winch ad una velocità per drizze e scotte genoa
Drizze fiocco e randa
Passauomo a prua
Supporto motore
Scaletta bagno
Luce in testa d’albero

Il lay-out degli interni è funzionale alla crociera, con 4 cuccette in due cabine, cucina, tavolo centrale e bagno separato. Cuscineria completa con estensioni cuccette di prua. Lavandino con pompa elettrica e serbatoio acqua da 20 lt. Illuminazione quadrato, cucina, bagno

Optional:
Alcuni sono forniti direttamente dalla casa madre altri vengono proposti dai rivenditori.
Supporto albero a poppa per trasporto o navigazione nei canali.
Bompresso
Avvolgifiocco
Lazy-jack e Easy-bag
Estensione cuccette prua

Alcuni indirizzi utili:
www.vikoclass.org – sito dell’associazione che raccoglie circa 30 armatori
www.velanet.it/users/vikolocorto – personale di Vikolocorto
http://www.cnvperina.it – importatore italiano
www.navikom.pl – Cantiere produttore
www.mezzomarinaio.com – Forum Vikoclass

Il prezzo secondo quanto riportato dal sito dell’importatore è di 8.990 + iva, non è specificato se franco cantiere o no ma credo proprio di si 🙂

Comet 910 e 910 plus

Comet 910 Plus

Il Comet 910 nasce nel ’71, è uno dei primi progetti Finot (in questo caso a due mani con Van De Stadt) ed anche un po’, un po’ tanto, figlia della “vista lunga” di Cino Ricci.

Rivoluzionaria per i suoi tempi è forse la progenitrice di tutte le barche moderne. Nel 1980 Finot ci rimette le mani per disegnare un restiling il cui scopo è migliorarne l’abitabilità, lo scafo rimane lo stesso e viene ridisegnata, allungandola, la tuga. Ovviamente ne è risultato ridimensionato il pozzetto.

Tra comet 910 e Comet 910 Plus sono stati prodotti 491 scafi (fonte: Finot), no fuffa per quegli anni. Di usati se ne trovano parecchi e non sempre a buon mercato, per una barca di quegli anni. Trovandone una messa bene può essere una buona barca per iniziare senza investire chissà che cifra con la garanzia di rivendita con una certa facilità (*NS: a patto che si compri bene e non si pretenda di recuperare le spese di ordinario utilizzo).

Ho ravanato un po’ tra gli annunci dell’usato e ne ho trovate solo con richieste tra i 20ed 30.000 Euro. Secondo me quotazioni un po’ esagerate.
La differenza negli interni tra 910 e 910 Plus.

comet 910 piano coperta interni

comet 910 interni

Cantiere Sipla (poi Comar)
Lunghezza f.t. m. 9,15
Lunghezza gall. m. 7,10
Larghezza m. 3,05
Pescaggio m. 1,70
Dislocamento kg. 3.200
Zavorra kg. 1.250
Superficie randa mq. 16,6
Superficie genoa mq. 34,2
Cabine 1
Bagni 1
Riserva acqua l. 150
Riserva carburante l. 48
Motore hp 18-20
Progetto Van De Stadt/Finot
Cantiere Comar-Forlì

Foto rubate al sito Finot