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Fatturato Nautica Vs Vendite immobili

Per quanto il sentire comune sia indirizzato a un demagogico “piove governo ladro” e per quanto altrettanto per l’altro verso demagogica, mal concepita e altrettanto mal gestita… nessuno riuscirà a convincermi che sia stata la tassa di possesso sulle imbarcazioni a deprimere il fatturato della nautica.

Senza entrare nel merito di quanti, cosa e quanto poteva incidere tale tassa sui pochi che alla fine ne erano oggetto, ne sono convinto sopratutto per due valori fondamentali:

1) Non coincidono i tempi. La tassa è stata istituita nel dicembre 2011 mentre il grosso del fatturato della nautica è svanito nel 2008. Guarda caso in concomitanza con la crisi finanziaria.

2) L’andamento è perfettamente sovraponibile con quello delle vendite di immobili, che è precipitato con la Crisi dei subprime

grafico-fatturato-nautica

Grafico-Compravendite-immobili-Italia

Senza essere economisti e a voler guardare i freddi numeri senza lasciarsi andare a facili demagogie o a “sentire comune da banchina” viene da pensare che una delle cause della crisi sia che il mercato nautico fino al 2008 fosse gonfiato dai Leasing facili, come quello immobiliare era gonfiato dai mutui altrettanto facili. Quando le banche hanno stretto il cordone della borsa la bolla è scoppiata.

Non dico che la crisi finanziaria sia l’unica causa ma che certamente è una di quelle che hanno maggiormente inciso, sicuramente più del “piove governo ladro”.

l’Italia è un paese nel quale, commercialmente, non conviene investire

benetti yacht

Il gruppo Azimut-Benetti attraverso un comunicato fa sapere che non parteciperà al prossimo Salone di Genova:

“L’attenta analisi dei ritorni attesi dalla partecipazione al Salone ha convinto il management di Azimut | Benetti Group a prendere questa decisione.

Negli ultimi 4 anni il fatturato del Gruppo relativo al mercato italiano si è sensibilmente ridotto dal 18% del 2009 (pari a circa 110 milioni di euro) al 3% del 2013 (circa 20 milioni di euro) in linea con i più recenti dati di Mercato. Nello stesso periodo, altri mercati sono invece cresciuti significativamente, come ad esempio i mercati americani il cui fatturato per il Gruppo è cresciuto da 130 milioni a 290 milioni di euro.

In questo contesto di mercato, il management del Gruppo ritiene di rafforzare i propri investimenti fieristici nei principali Saloni nautici internazionali già presidiati, oltre che in quelli nei mercati a forte crescita.

Oggi nei 4 stabilimenti Italiani il Gruppo impiega circa 2.000 dipendenti, oltre ad un indotto di oltre 3.000 addetti. Il Valore della Produzione per quest’anno è previsto in crescita rispetto all’anno scorso, ad oltre 600 milioni di euro.

Azienda italiana al 100%, indipendente, solida, in crescita, bandiera del “made in Italy” di alta qualità in tutto il mondo, Azimut | Benetti Group investirà nel prossimo triennio oltre 100 milioni di euro: circa 45 milioni in investimenti industriali e di prodotto, circa 60 milioni in ricerca e sviluppo.

Il Gruppo rinnova agli Organizzatori la propria stima e apprezzamento per il lavoro svolto per questa prestigiosa manifestazione.”

Tradotto: l’Italia è un paese nel quale, commercialmente, non conviene investire.

Link al sito del gruppo www.azimutbenetti.it

Crisi e Leasing

Lorenzo Pollicardo in un’intervista a La Stampa:

Il leasing che ha drogato il mercato, ad esempio. Negli anni buoni c’è stata una corsa a vendere barche sempre più grandi, anche a persone che non erano preparate, che non ne avevano bisogno e che alla fine sono rimaste soprattutto nei porti. Una barca sotto i 10 metri è più facile da usare, è quella con cui esci per andare a pescare, per andare a divertirti con la famiglia, gli amici… Costa meno, non ci vuole la patente se ha una certa motorizzazione. Così, questi proprietari si sono disaffezionati all’uso…

Poi andrebbe anche detto che il leasing è solo uno strumento, se la gente ha scelto di acquistare barche al di sopra delle proprie potenzialità umane ed economiche non è del tutto colpa dello strumento in sé. Però in linea di massima l’analisi è corretta.

L’intervista completa su www.lastampa.it

Il cantiere Alubat in amministrazione controllata

novembre 25, 2013 / Commenti disabilitati su Il cantiere Alubat in amministrazione controllata

Chi di noi almeno una volta nella vita, guardando uno di quei caratteristici scafi in alluminio, dando di gomito all’amico di fianco, non ha esclamato con malcelata sicumera “con questa potresti andare fino in capo al mondo“. Se non lo hai fatto allora eri l’amico di fianco.

alubat

Ecco, pare le finanze del cantiere ora siano in secca e che da settembre 2013 il tribunale lo abbia posto in amministrazione controllata.

Ora la proprietà del cantiere, che tra operai e impiegati occupa 69 persone, avrà un determinato periodo di tempo per dimostrare di essere in grado di raddrizzare i conti o presentare nuovi investitori.

Sembra che non abbiano nemmeno i soldi per completare le barche già iniziate (non vorrei mai essere tra quelli che per quelle barche hanno versato l’anticipo).

La crisi nella nautica: Interrogazione 5 Stelle

Nautilia 2013 19

L’ultimo rappoto UCINA sullo stato della nautica in Italia ha evidenziato la gravissima crisi in cui versa oggi il comparto. Secondo il rapporto il 2012 ha visto una perdita per l’indotto di 950 milioni, il calo del 49% come contributo al Pil, del 45% come fatturato, del 43% sull’occupazione (cosa che non frega a nessuno perché parliamo di migliaia di microaziende senza paracaduti statali), del 26% per gli ormeggi, del 33% del traffico in transito, del 39% per i ricavi da ormeggi, del 30% per le spese riferite alle imbarcazioni e del 60% per le spese del diportista sul territorio.

Per questo i deputati del MoVimento 5 Stelle Aris Prodani e Walter Rizzetto che, insieme alla collega Mara Mucci, hanno depositato una interrogazione rivolta ai ministri Massimo Bray (Beni e delle attività culturali e del turismo) e Flavio Zanonato (Sviluppo economico) che sostanzialmente dice:

“Il governo Letta deve mettere in campo nuove iniziative per promuovere in modo unitario il settore nautico-turistico in ambito nazionale e internazionale”.

(altro…)

Il servizio di Report sulla tassa di possesso

ottobre 3, 2013 / Commenti disabilitati su Il servizio di Report sulla tassa di possesso

Nella puntata di Report del 30 settembre 2013 – Di Giuliano Marrucci. Mentre il governo chiede sacrifici a tutti, taglia la tassa sulle barche da 10 a 20 metri. L’obiettivo è rilanciare la nautica. Ma serve davvero?

Immagine anteprima YouTube

D’accordo su tutto però secondo me vanno fatte due precisazioni.

1) Lo “sconto” diventa effettivo a partire dal 2014 e non da Agosto. Per il fine del servizio non cambia niente ma per completezza di informazione va comunque precisato.

2) La tassa a pieno regime in realtà ha prodotto 26 milioni di Euro di entrate per lo Stato. I 125 erano solo la previsione, che il ministero ha toppato clamorosamente.

In una puntata sull’incompetenza dei politici ci sarebbe stato bene chiedersi come mai tanto scostamento tra la previsione e le entrate effettive.

Poi sarebbe interessante capire quanto è costato allo stato riscuotere questi 26 milioni. La vecchia tassa di stazionamento fu abolita proprio perché riscuotere costava più del gettito.

Quello che ne penso io sulla tassa di possesso l’ho scritto qui

IV Rapporto sul Turismo Nautico (2013) – Siamo alla frutta

marzo 23, 2013 / Commenti disabilitati su IV Rapporto sul Turismo Nautico (2013) – Siamo alla frutta

salone nautico

Secondo i dati del IV Rapporto sul Turismo Nautico – diffusi nei giorni scorsi (21 febbraio 2013) – nel 2012 la spesa complessiva dei diportisti stanziali è scesa del 56% rispetto al 2009, passando da circa 1,1 miliardi di euro a poco più di 484 milioni di euro. Crollati anche i contratti di ormeggio annuali (-26%), gli ormeggi in transito (-34%), i ricavi di ormeggi a gestione pubblica (-39%) e il fatturato del settore charter (-21%).

Fra il 2007 e il 2011 le immatricolazioni annuali sono calate del 60%, da 4.400 a 1.700. Il fatturato produttivo: da 3,8 miliardi del 2007 a circa 2 miliardi nel 2011.

Tutto questo si traduce non solo in un “era ora brutti ricchi grassi e stronzi morite male” ma nella tragedia vera di oltre 10mila posti di lavoro persi tra addetti diretti e indotto nei porti. Spesso artigiani specializzati e ancora più spesso lasciati a casa senza nessun paracadute sociale come cassa integrazione, prepensionamenti o affini.

Pare che la recrudescenza fiscale (secondo me non tanto nella quantità o qualità ma nel metodo) abbia prodotto il paradossale effetto di dimezzare le entrate per l’Erario: passante da circa 970 milioni a circa 462, praticamente dimezzate. Curva di Laffer it.wikipedia.org portami via…

La notizia completa su wwww.ansa.it